GIOCO E FORMAZIONE ESPERIENZIALE

Ho praticato varie modalità didattiche, dalla tradizionale lezione frontale ex cathedra a giornate collaborative con gli allievi disposti in circolo, da eventi con numerosi partecipanti a laboratori con piccoli gruppi, da esperienze in aula e all’aperto a giochi tradizionali o inventati da me. Con specialisti del settore ho sviluppato progetti di yoga della risata, arrampicata sportiva, tai chi come metafore per problem solving, pensiero laterale, sviluppo personale, capacità di leadership. Questa per esempio è la cronaca di un intervento teorico e ludico che ho tenuto a Bologna nel 2004.

Manager ludens

Manager Ludens era una rubrica che ho tenuto negli anni 2002/2013 per il portale Managerzen, dove parlavo di gioco come metafora manageriale.
La filosofia di Managerzen tendeva ad arricchire il management tradizionale basato su tecniche gestionali tayloriane con stili di management fondati su umanità, empatia, leadership partecipativa, flessibilità.
Con la leggerezza del gioco, il manager tradizionalmente inteso come homo faber, si arricchisce con le qualità dell’homo ludens. Il gioco sviluppa la lealtà, il fair play, la fantasia, l’immaginazione, il rispetto delle regole e dei competitori.

Carte e dadi creativi

La creatività può essere stimolata da suggerimenti casuali che aprono porte diverse sull’inaspettato e favoriscono associazioni di idee e visioni non convenzionali. Le carte creative sono mazzi di carte da gioco con messaggi verbali o immagini che possono essere usati in vario modo per costruire storie, per rappresentare se stessi, per svegliare l’immaginazione. Nella foto si vedono in basso le carte di Nicola Piepoli (1986) molto grandi per usarle anche in aule numerose, in alto a destra le carte giapponesi “Play 40” con suggerimenti verbali di vario genere, in alto a sinistra le carte di Exploring E-learning mirate su progetti di formazione.

Gli Story cubes sono dadi con immagini stilizzate sulle facce al posto dei numeri, che si usano mettendoli l’uno dietro l’altro per costruire storie ispirate alla sequenza di immagini che si viene a creare in modo casuale o consapevole. Sono disponibili set di dadi con vari argomenti come avventura, mistero, spazio, viaggi.
Carte e dadi si possono usare indipendentemente o combinandoli insieme, oppure all’interno di altri metodi come il brainstorming o l’analisi SWOT. Io ho usato questi dadi sia per la formazione manageriale, sia come gioco da fare in famiglia con i bambini.

Problem walking

Il problem walking è un mio progetto che dispone le fasi del processo di problem solving lungo un percorso outdoor in un qualsiasi ambiente di mare, montagna o campagna. Ciò permette di interiorizzare meglio le varie fasi, dalla definizione del problema alle soluzioni. Nella foto sto guidando un gruppo lungo un percorso nel parco dell’Uccellina in Maremma Toscana.

Giochi di pensiero laterale come i Sei cappelli, dadi e carte creative, servono a rompere i consueti schemi mentali, come un treno che esce dai binari e si inoltra in un territorio diverso.

Concordia discors è un gioco d’aula di mia creazione dove i partecipanti, anche numerosi, compongono ed eseguono musica senza conoscere una nota come metafore manageriali di project management, leadership, comunicazione, organizzazione. Ho sperimentato questo gioco con aule da una cinquantina di partecipanti.

Triangoli, quadrati, cerchi è un gioco collettivo di comunicazione fra diversi, dove la diversità è simulata e circoscritta per meglio comprenderla, e di creatività in presenza di forti limitazioni. Come comunica un triangolo con un cerchio? Come è possibile creare una immagine o un progetto architettonico o uno spot tv solo con quadrati? E così via. Fra l’altro, ho fatto fare questo gioco ad una trentina di partecipanti in una sessione dell’Università di Alcatraz di Jacopo Fo.

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