25. Mi ritorni in mente
1969
Olio su tela – cm 60×92
Il titolo è una canzone di Lucio Battisti uscita proprio in quell’anno. Io ero molto impegnato con il jazz, quindi seguivo il cantautore solo come inevitabile sonorità di fondo che comunque stava introducendo qualcosa di nuovo nel panorama della musica leggera italiana. Il quadro propone il tema del ricordo che abbellisce la realtà o la trasfigura con accostamenti improbabili in cui le figure si fondono l’una con l’altra o si confondono nell’evanescenza della memoria, e al tempo stesso si monumentalizzano e si estraniano come divinità di una mitologia personale.
Dall’orizzonte di paranze della mia fanciullezza, ricordo di un tempo e di un luogo di ignara serenità, si stacca la figura della donna bendata come moderno totem della fortuna, da cui esce la fisicità del femminile come stereotipo mentale che andava sgretolandosi sotto i colpi del femminismo e del Sessantotto, insieme con le figure di donne che nel cielo stanno per diventare nuvole.
E’ la sintesi visiva del mio bildungsroman personale, dell’adulto che sbircia attraverso i veli del passato.
La dea bendata di una fortuna laica e pop.
Le donne che diventano nuvole con forme che diventano astratte.