Il bell’addormentato
2012 – TIF, cm 70×50, 300 dpi

Il quadro
Il bell’addormentato è risvegliato da una signora del paese dei caschi.
I monumenti di caschi e di scarpe tacco 12 sono celebrazioni o relitti di un consumo che ha desertificato tutto?
Perché il giovane principe è in un sarcofago? È morto? È in catalessi? È ubriaco ed è finito lì?
La signora dei caschi aiutata dalle amiche lo bacia per risvegliarlo o gli sussurra parole di commiato?
La ragazza che fa yoga vuole captare l’energia del Grande Casco?
I felini fra le nubi sono presenze o allucinazioni?
La genesi
Il collage del 1970 faceva parte di una serie di appunti rapidi da trasformare in seguito in quadri a olio.
Il quadro digitale è cresciuto seguendo un suo percorso e sviluppando le storie implicite nel bozzetto, con trame allora impreviste.

Intorno al sarcofago scoperchiato si rovesciano usi, favole e miti antichi. Non è l’uomo a risvegliare le donne addormentate, o a sacrificarle sul suo catafalco. Sono le donne a risvegliarlo col loro amore e la loro capacità di stimolo.


I caschi da un lato proteggono la testa, dall’altro nascondono la faccia e disumanizzano la persona. Si prestano perciò ad essere celebrati come monumenti nel deserto, e come emittenti e riceventi di pensieri, sensazioni, vibrazioni.
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La ragazza orientale in posizione del loto cerca di attivare collegamenti sottili servendosi del casco come antenna.

La coppia di nudisti è indifferente a ciò che accade alle sue spalle. più interessata a ciò che non accade di fronte.
