Gianfranca, l’amore della mia vita, è alla base della scalinata e dello scorcio in cui si dispongono le sculture di Henry Moore, in una mostra impossibile dove sculture grandi e piccole esprimono la loro monumentalità in contrappunto con le architetture.
Gianfranca Montedoro, cantante, si ritirava spesso a Navelli con i suoi musicisti per provare e inventare, e fece anche un concerto jazz nella Piazza San Pelino.
I particolari
“Testa e spalla” del 1927, e “Ragazza con le mani giunte” del 1930. Queste sculture nelle dimensioni reali sono piccole, ma le ho fatte spuntare dai tetti delle case per esaltare tutta la loro monumentalità.
Nei primi anni ’50 del secolo scorso Moore ha realizzato diversi esemplari di questa donna distesa, in bronzo e in marmo.
Nella mia mostra impossibile ho tolto il Grande Arco dai giardini londinesi di Kensington per metterlo in cima alla scalinata di Navelli.
Il Doppio Ovale del 1966 nella fondazione Moore di Perry Green, Hertfordshire, è circondato dal verde, ma anche contro i muri calcarei di Navelli si staglia con le sue forme arrotondate.
Nell’interpretazione vettoriale le forme di Moore accentuano la nitidezza di curve e superfici.