1. Amore e guerra

1968
olio su tela – cm 150×180

Il movimento del 68 che stava esplodendo proprio allora proponeva di incanalare le pulsioni vitali verso l’amore invece che verso l’aggressività e l’intolleranza che portano al conflitto. “Fate l’amore, non fate la guerra” era il motto di giovani che non avevano conosciuto come noi la guerra guerreggiata con bombardamenti, deportazioni e tutto il resto, ma, specialmente gli studenti americani, erano spaventati dal dover andare in guerra nel Vietnam.
Il mio quadro è la reazione artistica a tutto quello che stava accadendo e che stavamo vivendo confusamente, anche con eventi di piccolo calibro, come mi capitò mentre ero a Venezia per un festival di jazz, e Martial Solal suonò da solo perché il resto del suo gruppo era stato bloccato in aeroporto dai tumulti del maggio francese.
La donna con la sua dolcezza amorosa, che pittoricamente ho espresso con la morbidezza delle sfumature e delle linee, è perplessa e critica di fronte al gioco dei bambinoni che vanno in trincea.
Ho rappresentato la guerra con una scena della I^ Guerra Mondiale per farne un emblema un po’ fuori dal tempo.
E ora che venti di guerra ricominciano pericolosamente a soffiare nel mondo, il quadro mi sembra purtroppo molto attuale.

L’occhio critico dell’amore.

La guerra disumanizza i combattenti, tutti uguali con le loro uniformi di fronte alla morte e al terrore. Ci voltano le spalle, verso un nemico altrettanto disumanizzato.

Scroll to Top