5. Problemi di identificazione
1970
olio su tela – cm 79×119
Una ragazza rivolta verso sinistra è chiusa in se stessa nel classico gesto di autoprotezione. La testa scompare fondendosi con la ragazza che indica se stessa (sono proprio io?) e si mostra fiduciosa e dolcemente seduttiva, ma diventa una donna sorpresa da un estraneo che si volta a guardare contrariata. La sua mente però si trasforma in un paio di gambe che camminano verso l’alto. Le figure non hanno gli occhi perché trasformandosi l’una nell’altra non riescono a vedere se stesse e gli altri. Identità fluida, alienazione, contraddizioni interiori si concretizzano nella fusione dei corpi.
Mentre il quadro Incontro con se stesso si chiede: “chi sono io?”, questo quadro chiede: “chi sei tu?“. Quale delle personalità che mostri è quella più vera, o sono tutte ugualmente vere? Sei una realtà in trasformazione, come tutti gli esseri viventi? Ma se io non sono sicuro della mia identità, e vedo che anche tu non lo sei, come faremo a incontrarci e a stabilire una relazione positiva? Come troveremo il coraggio di uscire dall’autoabbraccio per tentare un abbraccio?
E quando poi ti metti in cammino, dove te ne vai?
Dal punto di vista della percezione visiva gli Autoabbracci sono espressi con una forma chiusa che si rafforza proprio per lo stringersi insieme. Il problema di identità di questo quadro invece crea una forma chiusa si apre in alto e invita ad andare oltre, fuori da sé.
Il problem solving affronta l’identità personale in vario modo. dalla considerazione delle intelligenze multiple che possono agire nella stessa persona, al doppio legame che può portare a patologie schizofreniche, fino ai disturbi dissociativi dell’identità che chiamano in causa decisamente la psicoterapia.
L’incomunicabilità è stato un concetto importante nella mia formazione culturale, sia per gli studi filosofici da Gorgia alle monadi di Leibnitz fino al nichilismo di Sartre, sia nel cinema con Antonioni e Bergman. Perciò mi sono dedicato alla comunicazione e al problem solving che fornisce strumenti per ridurre la complessità del comunicare e dell’interagire in modo funzionale con sé, con gli altri, col mondo.
La ragazza perplessa.