11. Pummarola blitz
1967
Olio su tela – cm 80×100
Il quadro è un’esplosione visiva e concettuale che, pur creata prima del grande rivolgimento sociale del ’68, ne anticipa la carica dirompente. Il dipinto interroga la nostra percezione, la memoria e la storia, fondendo la tradizione popolare italiana con il turbolento spirito dei tardi anni Sessanta. Un pomodoro gigantesco, simbolo della cucina e della tradizione, si trasforma in un fenomeno di percezione visiva e in un presagio di cambiamento.
La figura centrale del dipinto, la “pummarola”, è più di un semplice ortaggio. In un cielo minaccioso, come una nuvola temporalesca che sta per generare un fulmine, si presenta come un’apparizione inaspettata. Questo pomodoro non è solo un riferimento critico alla tradizione dello “stra-paese” italiano, ma è anche un esempio di configurazione secondo le teorie della percezione gestaltica: il nostro cervello cerca una forma familiare nel caos delle nuvole, trasformando l’informe in qualcosa di riconoscibile. Ma l’energia del futuro che arriva è nell’elettricità temporalesca, non nel tranquillizzante e al tempo stesso inquietante pomodoro. L’incertezza del cielo non è ancora l’esplosione dei movimenti sociali, ma l’inquietudine palpabile di un’epoca in fermento. Le scosse telluriche della beat generation e della pop art si scontrano con l’inizio della guerra del Vietnam, il golpe dei colonnelli in Grecia, le tensioni del Medio Oriente, mentre i Beatles escono con l’album Sgt. Pepper’s Lonely Hearts Club Band. La “pummarola” diventa così un’immagine emblematica della tradizione che, sotto la pressione di un futuro imminente e sconosciuto, sta per deformarsi e decomporsi.
Il titolo “Pummarola blitz” evoca la rapidità e l’impatto di un fulmine. Il termine tedesco Blitzkrieg, che significa “guerra lampo”, si fonde qui con la parola dialettale napoletana per pomodoro. Questo accostamento, volutamente stridente, suggerisce una battaglia in procinto di scoppiare: la tradizione contro la modernità, l’ordine contro il caos, la memoria contro il futuro incerto. L’immagine delle paranze sul mare, ricordo di un’infanzia serena e di un’Italia che non c’è più, viene minacciata da questo “attacco lampo” che ancora deve manifestarsi, ma la cui ombra incombe già sulla scena. Il “blitz” è una profezia ma anche una constatazione: in quell’anno c’è la Guerra dei Sei Giorni vinta da Israele contro Egitto, Siria e Giordania, una vera blitzkrieg.
L’insieme di questi elementi rende “Pummarola Blitz” è una riflessione artistica su come la percezione, la memoria e l’identità culturale siano in costante evoluzione, e su come un semplice pomodoro possa trasformarsi nel simbolo di un’epoca di cambiamento tumultuoso che sta per travolgere ogni cosa.
Sul lato destro del quadro, le dita di una donna, con le unghie laccate di rosso, appaiono come un elemento di seduzione. Questo elemento femminile, elegante ma appena visibile, allude alla trasformazione dello stereotipo di donna. Non è più la figura passiva della tradizione, ma un’entità che si infila di soppiatto nella scena, mostrando le unghie laccate come un tentativo di seduzione un po’ démodé, ma che allo stesso tempo segnala la sua presenza e la sua forza. È un elemento di rottura che si inserisce nel caos, un gesto che esprime un tentativo di controllo o di influenza in un mondo che sta sfuggendo al controllo, dopo l’affermazione di figure e comportamenti femminili che per quanto provocatorie stanno entrando nella normalità della moda e del costume, se pensiamo che Mary Quant è, appena nominata grand’ufficiale.